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Immagina. Puoi.

Negli ultimi tempi è una mia grande preoccupazione. E ho già annoiato abbastanza chi mi conosce con lei.
Chi mi ha frequentato nell’ultimo fine settimana (quando il mio umore tendeva decisamente al catastrofista), ad esempio, me lo ha sentito dire a più riprese, in modi diversi ma tutti – temo – abbastanza noiosi e angosciosi.
A ogni modo, la questione è questa: come liberare la mente? Si accettano (non scherzo) suggerimenti.
Quello che mi sembra è che la mente – anche nella sua attività fantastica, nell’immaginazione, nel suo vagare più soddisfacente – tenda (o forse sia necessariamente costretta) a rimanere in ambiti (lo so, è un controsenso, ma tanto mi sembra) conclusi.
Insomma, come se riuscisse a inventare sino a un certo punto, come se avesse dei limiti, se non siamo bravi noi a sollecitarla, a toglierle briglie e pettorine, a darle un calcio nel culo facendola uscire di casa.
Coincidenza ha voluto che ieri trovassi questo pezzo di Alessandro Piperno (scritto per la Lettura) sul Corriere online.
Si intitola Immaginazione. La vera sapienza, e basta cliccarci su. Perché immaginare non serve solo a chi legge, o a chi scrive; fa bene a tutti. 

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